venerdì 23 settembre 2011

Attenzione: caduta Silvio!

"Un'altra vittoria così e sarò perduto"


Alla fine Milanese è stato salvato, il PdL ha dato prova di compattezza, la Lega si è dimostrata - almeno per ora - un'alleata affidabile... quindi tutto ok, vero?

 Direi di no. Il voto sull'ex-PdL ed ex collaboratore di Tremonti rappresenta di sicuro un successo, ma ottenuto a quale prezzo?

 Si respira un'aria melanconica a Via dell'Umiltà, la stessa atmosfera delle sale per feste quando gli invitati sono andati via tutti, sul tavolo la Coca-Cola è finita e rimangono solo briciole. La spompatezza dei Deputati del centrodestra è evidente; gli stanchi festeggiamenti di prassi alla lettura del risultato delle votazioni da parte del tuttorapresidente della Camera Fini ne sono la testimonianza.
Perché questo? Eppure ottenere il risultato quando questo è tutt'altro che scontato (solo sette i voti di distacco) rende, in genere, euforici.

La realtà è che questa è stata l'ultima occasione di rilievo nella quale il centrodestra, per come ne abbiamo avuto esperienza dal '94 in poi, ha tenuto fede a sé stesso e si è conservato unito; probabilmente avremo delle grosse difficoltà in futuro a vedere di nuovo questo scenario. Troppe sono state le forzature, infatti, perché questa votazione potesse passare in maniera indolore.
La prima, per tempistica ed importanza: la Lega non è più.
La Lega ha perso il suo slancio innovatore e rivoluzionario delle origini, quello che aveva quando dicevano che, una volta eletti, sarebbero andati a Roma, sì, ma per "rompere il culo" a chi abitava nei palazzi del potere ed era ormai distante dal mondo produttivo del Nord. Ebbene la Lega si è terronizzata, si è arenata nelle sabbie mobili della Funzione Pubblica e nella difesa delle rendite da posizione. Qualcuno all'Interno della Lega e del Governo queste cose le sa bene e difficilmente si presterà ancora a rappresentazioni pseudo-celtiche in salsa pecoreccia (che lo mettono in imbarazzo con il Quirinale) oppure a questo tipo di votazioni (che lo mettono in imbarazzo con gli elettori). Di sicuro il bonus è stato speso, non ce ne saranno altri.

La seconda: il PdL, invece, non è mai stato. Un Partito nato da una fusione a freddo di posizioni difficilmente conciliabili, sclerotico nelle dirigenze e scollato dalla base. E' il più grande d'Italia ed il più rappresentato in Parlamento ma, semplicemente, non conta un accidenti.
Emblematico è lo speriamo temporaneo fallimento del flirt con l'UDC, che a pochi minuti dal voto ha fatto retromarcia non concedendo più la "libertà di coscienza" ai propri eletti obbligandoli a votare per l'arresto.
Le trattative sono ormai ferme, e gli indugi sono rotti anche da parte centrista. Come ha dichiarato Cesa "prepariamoci per votare a Marzo".

Sarà quindi duro il sopravvivere per questo Esecutivo e per chi lo comanda che, tra i molti errori, ha sbagliato nel rimanere aggrappato a questa maggioranza ormai sfibrata dalla scissione finiana. Dai "Responsabili" che ormai non bastano più si passa ai "sostenitori a tempo determinato"; e questo, signori miei, non è un bel vivere.
Eppure non sarebbe stato difficile: se in quel famigerato 14 Dicembre 2010, quando i finiani ed il loro tuttorapresidente si credevano forti, quando la crisi economica doveva ancora mostrare la sua faccia più truce, Berlusconi si fosse fatto mandare a casa, immaginate come sarebbe stato acclamato e pregato di ritornare al Governo. Per altri cinque anni.

Lo sarebbero andato a prendere ovunque fosse; anche in carcere. Alla faccia della Boccassini.

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